Ernesto Di Betta si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Brescia nel 1988. Durante il IV°, V° e VI° anno di corso ha frequentato, in qualità di Allievo Interno, la Cattedra di Chirurgia Generale II dell’Università degli Studi di Brescia, all’epoca diretta dal Prof. L. Lojacono.
Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia il 18 ottobre 1995 con il massimo dei voti e la lode, presso l’Università degli Studi di Brescia, discutendo la tesi di laurea :
“Neoplasie del colon indotte da 1, 2 – Dimetilidrazina nel ratto anziano. Modello sperimentale”.
Dal mese di ottobre 1995 al mese di aprile 1996 ha svolto il tirocinio pratico ospedaliero post lauream, come disciplinato dal D.P.R. 13-3-1989 presso gli Spedali Civili di Brescia frequentando:
- il Pronto Soccorso per un mese;
- la I Divisione di Medicina Generale per due mesi;
- la I Divisione di Chirurgia Generale per un mese;
- il II Laboratorio per un mese;
- la Divisione di Ostetricia e Ginecologia per quindici giorni;
- la Divisione di Pediatria per quindici giorni.
Dal novembre 1995 al gennaio 1996 ha frequentato, in qualità di Medico Interno, la Cattedra di Chirurgia Generale II dell’Università degli Studi di Brescia, diretta dal Prof. L. Lojacono. Ha conseguito l’abilitazione all’Esercizio della Professione di Medico Chirurgo presso l’Università degli Studi di Brescia nel maggio 1996.
Nel dicembre 1995 ha superato l’esame di ammissione per l’Anno Accademico 1996-1997 al primo anno di corso della Scuola di Specializzazione in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica dell’Università degli Studi di Brescia, che prevede la formazione a tempo pieno del medico specialista, secondo le nuove direttive del D.L. n.257/91.
Dal maggio 1996 risulta regolarmente iscritto all’albo dei Medici della Provincia di Brescia.
E’ stato incaricato dello svolgimento delle esercitazioni pratiche di Chirurgia Generale agli studenti iscritti al V° anno di Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli Studi di Brescia, dal 1996 al 2000. Ha frequentato il I e II anno del Corso di Inglese presso la British School di Brescia, negli anni 1997/1998 e 1998/1999.
Ha frequentato per 6 mesi (dal 25/4/1999 al 15/10/1999) il Dipartimento di Chirurgia Addominale presso l’Università Cattolica di Leuven (Belgio), diretta dal Prof. Penninckx, svolgendo sia attività chirurgica come aiuto operatore o primo assistente in 318 interventi di chirurgia dell’apparato digerente per via laparoscopica e tradizionale sia attività di ricerca sperimentale nel campo della radioterapia nel cancro del retto e nello studio delle metastasi epatiche occulte da cancro del colon, nel ratto. Ha inoltre presentato una relazione circa l’attuale ruolo della amputazione addominoperineale nel cancro del retto. Durante questo stage ha inoltre partecipato a corsi pratici base di chirurgia laparoscopica sia sul maiale che in laboratorio e ad un corso avanzato di chirurgia laparoscopica sul colon e sull’esofago.
Ha frequentato dal 5/3/2000 al 11/3/2000 il Dipartimento di Chirurgia Addominale presso l’Università Cattolica di Leuven (Belgio), diretta dal Prof. Penninckx, per mettere a punto un progetto di ricerca tra i due Dipartimenti riguardo i pazienti affetti da Poliposi Adenomatosa Familiare.
Nel giugno 2000 ha vinto il concorso, per titoli ed esame, per l’attribuzione di un assegno di ricerca della durata di 24 mesi per il settore scientifico-disciplinare F08A Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Brescia che prevede il seguente progetto di ricerca: “Aspetti fisiopatologici del trattamento chirurgico dell’obesità grave”.
Ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica con la votazione di 50/50 e la lode, presso l’Università degli Studi di Brescia, discutendo la tesi:
“La Diversione Bilio-Pancreatica nel trattamento chirurgico dell’obesità patologica. Nostra esperienza”.
Dal 7 Novembre 2000 presta servizio presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia d’Urgenza ed Accettazione degli Spedali Civili di Brescia, in qualità di Dirigente Medico di I livello a tempo determinato.
Dal Dicembre 2000 è stato incaricato dello svolgimento delle lezioni di Basic Life Support e Advanced Life Support come prescritto dalla legge 626/1994. Dal Dicembre 2000 è abilitato alla certificazione dei militi delle Associazioni di Volontariato di Primo Soccorso.
Dal 2 Maggio 2001 presta inoltre servizio presso il Servizio di Emergenza-Urgenza 118 dell’Azienda Spedali Civili come medico per le emergenze territoriali. Dal Settembre 2001 al giugno 2002 ha partecipato nel ruolo di Co-investigator nello studio clinico Assent 3 Plus che ha lo scopo di valutare l’efficacia della trombolisi a domicilio nei pazienti con infarto miocardico in atto.
Dal 7 Novembre 2002 presta servizio presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia d’Urgenza ed Accettazione degli Spedali Civili di Brescia, in qualità di Dirigente Medico di I livello a tempo indeterminato.
Dal 4 maggio 2004 presta servizio presso la Divisione di 1° Chirurgia Generale – Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia – Spedali Civili di Brescia, in qualità di Dirigente Medico di I Livello.
E’ Autore o Co-autore di 18 pubblicazione scientifiche su riviste nazionali e internazionali.
E’ Autore o Co-autore di 26 Comunicazioni scientifiche, di cui ne ha presentate 5 sia a Congressi Nazionali che internazionali.
E’ membro del GSMII (Gruppo di Studio sulle Malattie Infiammatorie Intestinali) dal 1996.
E’ membro della Società Italiana di Colo-proctologia dal 1998.
E’ membro della Società Italiana di Medicina d’Urgenza dal 2001.
E’ socio del Club del tenue dal 2000.
Dal 1996 si occupa di Malattie Neoplastiche Ereditarie del colon-retto e collabora con il Registro per lo studio dei tumori ereditari del colon-retto di Brescia, con l’International Collaborative Groups on HNPCC (ICG-HNPCC) e con il Leeds Castle Polyposis Groups (LCPG).
Ha una buona conoscenza di informatica ed è autore del programma per l’archiviazione del rapporto degli interventi chirurgici della I° Divisione di Chirurgia Generale, compilato nel linguaggio di Microsoft Access e delle pagine Web per la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università di Brescia.
Chirurgia bariatrica: Trattamento chirurgico dell’obesità
Indicazioni nella chirurgia bariatrica
Nell’obesità si ricorre a trattamento chirurgico quando c’è un fallimento degli schemi dietetici, comportamentali e di esercizio fisico. I pazienti che si rivolgono alla chirurgia per il trattamento dell’obesità (chirurgia bariatrica) devono essere motivati nel farlo. I candidati ideali sono i pazienti con BMI (Body Mass Index) superiore a 40. Il BMI (Body Mass Index) è il rapporto tra il peso e l’altezza al quadrato. Altri possibili candidati sono i pazienti con un BMI (Body Mass Index) tra 35 e 40 e che presentano comorbidità correlata all’obesità (diabete mellito II, sindrome delle apnee notturne, pseudotumor cerebri); e suscettibile di miglioramento o guarigione per la perdita di peso; oppure in quei soggetti in cui l’obesità arrechi problemi fisici che interferiscono con una normale qualità della vita. Si ricorre alla chirurgia quando il peso del soggetto si è stabilizzato e sono falliti tutti gli interventi medici, alimentari e comportamentali.
L’età consigliata per sottoporsi ad interventi di chirurgia per il trattamento dell’obesità (chirurgia bariatrica) va nel range dai 18 ai 60 anni. I pazienti minorenni vanno attentamente valutati.
Il paziente che si sottopone a questi interventi viene ovviamente sedato in anestesia generale.
Importante quasi come l’intervento è il follow-up, cioè il paziente deve eseguire controlli clinici e nutrizionali post-operatori periodici. Il consiglio da dare a tutti i pazienti che hanno subito un trattamento chirurgico volto a trattare l’obesità è quello di eliminare il consumo dell’alcol e di non fumare.
Chi non può sottoporsi a chirurgia bariatrica per ridurre l’obesità:
- Persone delle quali non si è a conoscenza di alcuna storia clinica;
- Pazienti incapaci di partecipare a regolari controlli e un prolungato protocollo di follow-up;
- Soggetti con disordini psicotici: depressi, con disturbi della personalità e del comportamento alimentare;
- Alcolisti e tossicodipendenti;
- Persone che hanno una ridotta spettanza di vita;
- Pazienti inabili a prendersi cura di se stessi e senza un adeguato supporto familiare e sociale.
Gli interventi chirurgici per il trattamento dell’obesità possono essere effettuati in due metodi:
- Laparotomia (tecnica chirurgica tradizionale);
- Laparoscopia.
La laparotomia prevede l’incisione della parete addominale mentre la tecnica laparoscopica consiste nell’ incisione di 5 o 6 piccoli fori nell’addome e l’insufflazione della cavità addominale con anidride carbonica. In questi fori vengono fatti entrare appositi strumenti ed una videocamera che guiderà il chirurgo nell’intervento. Comunque nel corso dell’intervento laparoscopico, il chirurgo può convertire l’intervento da laparoscopico in laparotomico se lo ritiene opportuno.
Ci sono varie tipologie di interventi chirurgici utilizzati nel trattamento dell’obesità, che determinano un calo ponderale di peso. Possiamo avere:
- Interventi di restrizione gastrica: agiscono riducendo il volume dello stomaco e inducendo sazietà precocemente, con un meccanismo di riduzione della quantità di cibo introdotto. Il grande vantaggio di questi interventi è quello di non modificare i processi di digestione e assorbimento dei nutrienti. Gli interventi restrittivi gastrici sono di due tipi: gastroplastiche verticali e bendaggi gastrici;
- Bypass Gastrici: agiscono sia limitando la quantità di cibo introdotta, sia riducendo l’assorbimento intestinale dei nutrienti;
- Interventi di riduzione dell’assorbimento intestinale o malassorbitivi: intervengono nei processi digestivi, riducendo l’assorbimento dei nutrienti. Gli interventi di riduzione dell’assorbimento intestinale o malassorbitivi sono di due tipi: diversione bilio – pancreatica con o senza resenzione gastrica.
Complicanze negli interventi di chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica)
Durante l’operazione in rari casi possono verificarsi delle lesioni e insorgere emorragie. Nel post-operatorio le complicanze che si hanno nel primo mese possono essere: trombo embolie venose dovute alla formazione di coaguli di sangue nelle vene delle gambe e del bacino; infezione delle ferite nella laparotomia, peritonite, emorragie, fistole ed occlusione intestinale (questa complicanza necessita di trattamento chirurgico). Nei mesi successivi al primo le complicanze possono essere: occlusione intestinale (questa complicanza necessita di trattamento chirurgico); nella laparotomia può verificarsi un ernia sull’incisione chirurgica (laparocele).