Test HPV DNA

Il DNA HPV test consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero (o cervice uterina) che vengono successivamente analizzate per verificare la presenza di HPV Papillomavirus: le infezioni causate da questo virus possono infatti essere responsabili del tumore del collo dell’utero.

Le modalità di esecuzione dell’esame sono analoghe a quelle del Pap test: nel corso di una normale visita ginecologica, si applica lo speculum, uno strumento che dilatando il canale vaginale permette la visualizzazione e l’accesso al collo dell’utero. A questo punto si inserisce delicatamente una speciale spatola o un bastoncino cotonato che servono a raccogliere piccole quantità di cellule sia dal collo dell’utero sia dal canale cervicale da esaminare in laboratorio.

Questo test cerca direttamente il materiale genetico (DNA) di HPV in un campione di cellule. Il test può rilevare il tipo di HPV collegato al cancro cervicale.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare nei giorni o nelle ore precedenti l’esame?

Non occorre nessuna preparazione specifica per effettuare il test HPV.

Le uniche raccomandazioni sono: di non eseguire l’esame durante il flusso mestruale e nei due giorni precedenti; astenersi dai rapporti sessuali; evitare l’uso di deodoranti intimi, prodotti spermicidi, lavande, creme, gel, ovuli o schiume vaginali di qualunque tipo.

HPV – Papilloma virus

Il papilloma virus umano (HPV) è la più diffusa tra le malattie sessualmente trasmissibili (MST).

Esistono più di quaranta tipi di papilloma virus in grado di colpire

  • gli organi genitali (maschili e femminili),
  • bocca,
  • gola.

Spesso l’infezione decorre in modo asintomatico, tanto che la maggior parte delle persone infettate non sa di essere stata contagiata, mentre in alcuni pazienti può invece avere pericolose conseguenze.

L’HPV nella maggior parte dei casi non causa alcun sintomo; alcuni ceppi sono responsabili della comparsa di fastidiose verruche genitali, ma il vero rischio è legato alla possibile comparsa di tumori dell’area genitale e più raramente anche del cavo orale in caso di contagio attraverso rapporti orogenitali:

  • tumore del collo dell’utero,
  • tumore dell’ano,
  • alcune forme di tumore orale e della gola,
  • tumore della vagina,
  • tumore del pene.

L’evoluzione del contagio dipende dalla risposta del sistema immunitario del soggetto infettato e può seguire essenzialmente tre strade:

  • regressione dell’infezione,
  • persistenza,
  • progressione.

La maggior parte delle infezioni HPV ad alto rischio viene superata spontaneamente nell’arco di 1-2 anni senza causare complicazioni, ma in alcuni casi l’infezione può persistere per molti anni e innescare cambiamenti cellulari in grado di diventare maligni. La persistenza dell’infezione rappresenta una tappa necessaria per l’evoluzione verso forme tumorali, cui si arriva attraverso lo sviluppo di lesioni precancerose.

L’elevata frequenza di contagio è segno che l’infezione da HPV è una condizione molto comune, mentre il carcinoma del collo dell’utero rappresenta un evento relativamente più raro, ma su cui tuttavia è importante non abbassare la guardia (il tumore al collo dell’utero è il quarto più frequente nel sesso femminile);

L’uso corretto dei preservativi in lattice riduce notevolmente, anche se non elimina completamente, il rischio di contagio e/o di diffusione dell’HPV, ma è disponibile da qualche anno un efficace vaccino che permette un’elevata protezione verso questo temibile microrganismo.

Trasmissione: come si contrae?

Il papilloma virus si trasmette tramite contatto sessuale, soprattutto durante i rapporti vaginali e anali, ma può anche trasmettersi durante i rapporti orali o con il semplice contatto tra genitali. Il contagio può avvenire anche se il partner infetto non presenta alcun sintomo.

La trasmissione avviene prevalentemente attraverso i microtraumi che si verificano durante i rapporti sessuali; è tuttavia importante sottolineare che il contagio può avvenire anche in caso di:

  • rapporti non completi,
  • utilizzo del preservativo (riduce il rischio di infezione, ma non lo elimina).

L’HPV rimane attivo anche dopo anni dal contatto sessuale con un partner infetto, quindi una diagnosi di HPV non è necessariamente correlata all’attuale partner. La maggior parte delle persone che sono state contagiate non sanno di esserlo e nemmeno di trasmettere il virus al proprio partner. È inoltre possibile essere contagiati da diversi tipi di HPV.

In casi rarissimi una donna incinta portatrice di papillomavirus può contagiare il bambino al momento del parto, in tali situazioni il bambino rischia di essere colpito dalla papillomatosi respiratoria ricorrente.

Sintomi

La maggior parte dei pazienti affetti dal papilloma virus non presenta né sintomi né problemi di salute ad esso collegati: nell’80% dei casi il sistema immunitario distrugge l’HPV in modo naturale nel giro di due anni.

In alcuni casi, al contrario, specifiche forme di papillomavirus possono causare verruche genitali, sia negli uomini sia nelle donne; più raramente si formano anche verruche nella gola (questo disturbo è detto papillomatosi respiratoria ricorrente).

Altri tipi di papilloma virus sono in grado di provocare il cancro del collo dell’utero ed anche altre forme di tumori, meno comuni ma gravi, che ad esempio colpiscono

  • la vulva,
  • la vagina,
  • il pene,
  • l’ano
  • e alcune zone della testa e del collo (lingua, tonsille e gola).

I tipi di papillomavirus che provocano le verruche genitali sono diversi da quelli responsabili del tumore, dopo il contagio da HPV non è possibile prevedere che cosa succederà, cioè se si svilupperà un tumore o se si avranno altri problemi di salute.

Come si manifestano i disturbi causati dal virus?

  • Le verruche genitali (condilomi) di solito si presentano come un piccolo rigonfiamento o come un gruppo di verruche nella zona genitale. Possono essere indifferentemente grandi o piccole, piatte, in rilievo o a grappolo. Per diagnosticarle è sufficiente una normale visita ginecologica o andrologica. Le verruche possono apparire settimane o mesi dopo il contatto sessuale con un partner infetto, anche se il partner non presenta alcun sintomo visibile. Se non vengono curate possono scomparire, rimanere come sono oppure aumentare di dimensione e di numero. In ogni caso non si trasformeranno in un tumore.
  • Il cancro del collo dell’utero di solito rimane asintomatico finché non è in fase avanzata, proprio per questo è fondamentale sottoporsi regolarmente ad esami di screening, utili per diagnosticare la malattia già nelle prime fasi, e per curarla con tempestività, addirittura prima che si trasformi in tumore.
  • Altri tipi di tumore connessi all’HPV possono rimanere asintomatici finché non sono in fase avanzata e più difficili da curare. Tra di essi ricordiamo i tumori della vulva, della vagina, del pene, dell’ano, della lingua, delle tonsille e della gola.
  • La papillomatosi respiratoria ricorrente causa la crescita di verruche nella gola, in alcuni casi può provocare raucedine o difficoltà respiratorie.

Test

Gli esami di screening sono:

  • Pap testDurante questo test il medico preleva un campione di cellule dal collo dell’utero, le cellule sono poi esaminati al microscopio per cercare eventuali cambiamenti anomali.
  • Colposcopia: Questo esame viene richiesto in genere in caso di positività al PAP-test; durante l’esame lo studio della cervice uterina avviene tramite un colposcopio, uno strumento che consente di esaminare la zona interessata. Il medico può applicare alla cervice alcuni liquidi che servono a visualizzare meglio eventuali anomalie cellulari.
  • Test DNA HPV: Questo test cerca direttamente il materiale genetico (DNA) di HPV in un campione di cellule. Il test può rilevare il tipo di HPV collegato al cancro cervicale. Il campione utilizzato per questo test è generalmente rimosso durante il PAP-test, o con modalità simili. Questo approccio viene sempre più spesso preferito al PAP-test, a seguito di diverse prove della sua maggior efficacia su larga scala.

Nel caso degli uomini non esistono altrettanti approcci, può in alcuni casi essere consigliata la peniscopia, una tecnica non invasiva per valutare approfonditamente eventuali anomalie cellulari sulla superficie esterna del pene.

Vaccino

Il rischio di contagio può essere ridotto in diversi modi, ma la migliore arma di difesa che abbiamo a disposizione è sicuramente il vaccino; le attuali formulazioni proteggono sia l’uomo che la donna da alcune delle varietà più comuni di papilloma virus. Vengono somministrati in 2-3 dosi ed è importante riceverle tutte per essere protetti al meglio; sono più efficaci se ricevuti prima di iniziare ad avere rapporti, cioè prima della possibile esposizione al virus, per questo motivo in Italia viene offerto alle bambine adolescenti.

  • Ragazze e donne. Sono in commercio due vaccini che proteggono le donne da quelle forme di HPV che causano la maggior parte dei casi di tumore al collo dell’utero. Entrambi i vaccini sono consigliati per le ragazze, nell’undicesimo e dodicesimo anno di età, e per le donne dai 13 ai 26 anni che non si sono fatte vaccinare in precedenza o che non sono state completamente immunizzate. Questi vaccini possono anche essere somministrati alle bambine, addirittura a partire dai nove anni. Si consiglia di farsi vaccinare, se possibile, sempre con la stessa marca di vaccino.
  • Ragazzi e uomini. Il vaccino in commercio, protegge gli uomini dalla maggior parte dei tipi di verruche genitali e può essere somministrato dai 9 ai 26 anni d’età.


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