Ecografia Mammaria

L’ecografia mammaria è un esame non invasivo del seno, semplice e sicuro. Viene utilizzata una sonda che emette ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità sulla zona da esplorare. Le onde sonore emesse rimbalzano sui tessuti o sugli organi interni, e producono diversi tipi di eco che formano un’immagine della mammella sullo schermo di un computer. Prima dell’esame, la paziente viene fatta sdraiare supina su un lettino con le braccia sollevate per permettere un’adeguata estensione del tronco. Le mammelle sono poi cosparse di un sottile strato di gel che, facendo aderire meglio la sonda alla pelle, consente di visualizzare immagini di migliore qualità. Il medico specialista procederà all’analisi delle mammelle, un quadrante per volta.

La procedura è considerata sicura poiché si ritiene che gli ultrasuoni non possano provocare danni all’organismo, nemmeno nei soggetti particolarmente sensibili come le donne in gravidanza.

L’ecografia mammaria consente di individuare eventuali formazioni all’interno del seno e distinguere tra quelle a contenuto liquido e quelle a contenuto solido.
L’ecografia mammaria non è un’alternativa alla mammografia e i due esami sono pertanto complementari. Nelle donne più giovani, in cui il tessuto ghiandolare è più denso, i risultati dell’ecografia offrono maggiori informazioni rispetto a quelli della mammografia.
L’esame ecografico della mammella è:
l’esame di prima istanza nelle donne giovani e nelle donne in gravidanza;
nelle donne con età maggiore di 40 anni può aiutare la mammografia ad individuare lesioni tumorali, in particolare quando la densità ghiandolare tende ad ostacolarne la valutazione.
Può essere utilizzata anche come guida alla procedura interventistica di biopsia mammaria o linfonodale.
Attraverso inoltre l’utilizzo della funzione color-Doppler, consente lo studio della vascolarizzazione dei reperti individuati
Il periodo migliore per fare un’ecografia mammaria rispetto al ciclo è nella fase post mestruale e prima dell’ovulazione (tra il 5° e il 12° giorno del ciclo), anche se l’esame può essere effettuato sempre.
Nel corso dell’allattamento sia la ghiandola mammaria che il tessuto da cui la ghiandola è circondata vanno incontro a una serie di alterazioni che, in occasione di una mammografia o di un’ecografia, potrebbero indurre in errore. Proprio questo è il motivo per il quale di solito si consiglia di solito alle donne di non eseguire controlli strumentali fino al mese seguente alla conclusione dell’allattamento. Ovviamente, anche in questo periodo il seno deve essere tenuto sotto controllo, e nel caso in cui vi siano sospetti di potenziali problemi è comunque opportuno sottoporsi ad una visita senologica. Lo specialista più indicato per lo svolgimento degli esami strumentali diagnostici, che sono fondamentali per tenere sotto controllo la salute della mamma, è il medico radiologo.
Anche nel periodo in cui allattano, dunque, le donne non devono rinunciare all’autopalpazione, e inoltre devono prestare la massima attenzione alle secrezioni del seno, osservandolo con cura.
 Le secrezioni maleodoranti, hanno bisogno di una indagine supplementare, soprattutto se non compaiono durante le poppate.  La presenza di striature di sangue nel latte deve sempre indurre la mamma in allattamento a rivolgersi al medico specialista per una valutazione clinica ed eventualmente strumentale.







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